lunedì 16 gennaio 2012

Tristezza e felicità possono camminare mano nella mano?!

Sono trascorsi tanti anni dall'ultima volta che l'ho visto.
Tanti: mica vero! Contandoli sono effettivamente quattro e mezzo, e di sicuro alla conta dovrò aggiungerne un altro presto. Forse anche due.
Più si cerca di convivere con la consapevolezza che la probabilità di vederlo ancora sono pari allo 0,01%, e di conseguenza tenti anche di nascondere il fatto che ti manca parlare con lui, ti manca il suo abbraccio, il suo modo di essere amico e di essere sempre e comunque al tuo fianco - e vi assicuro che in questo è il migliore -  più il mondo è meschino, stronzo e sempre pronto a ricordartelo.
Qualsiasi cosa faccia, ovunque io vada, qualsiasi persona io conosca, me lo ricorda. Non è bastato oltrepassare il confine italiano, interagire con soggetti di culture e caratteri diversi. Non è bastato provare affetto profondo verso altre persone doppiamente più meravigliose, di quelle persone che, sì, di loro veramente si può dire che sono Amici e con la 'a' maiuscola. Non è bastato niente di tutto ciò, perchè l'atmosfera che si respira nell'aria da quattro mesi a questa parte è esattamente identica. Ci sono momenti in cui al passato non ci si pensa, le gioie o le preoccupazioni del tempo presente rendono la mente umana fin troppo occupata.
Il fatto più sconcertante, e che ancora mi lascia pensierosa e curiosa al tempo stesso, è come sia possibile incontrare un altro personaggio identico in tutto e per tutto al soggetto qui sopra 'nominato'. Stessi modi di fare. Stessi occhi. Stesso approccio con la sottoscritta. Vi è questa possibilità nel mondo? Possono due persone crearti lo stesso effetto, pur essendo siddette persone completamente estranee tra loro e completamente diverse sebbene uguali? I casi sono due: o io sono la persona più sfortunata del mondo, il quale puntualmente mi vuole ricordare che non potrò mai averlo al mio fianco - nel mero senso del concetto d'amicizia; oppure il problema sono io, autolesionista e masochista, che VUOLE ricordare. Se l'opzione risulta essere la seconda - manteniamo una frase ipotetica al momento - potrebbe essere che il mio cervello voglia lanciarmi un messaggio del tipo "Non è stato un sogno, lui esiste davvero", per cui mi viene proiettata la sua immagine in qualsiasi creatura o oggetto vivente che mi si presenta davanti agli occhi.
Altro fatto alquanto curioso, e come possa accadere che, conoscendo una persona, ci si possa sentire a proprio agio e ci si possa affezionare in soli due giorni. Sono un caso patologico e senza speranza io, forse? E puntualmente i saluti sono sempre dolorosi. Senza neanche accorgertene, sale il magone e le lacrime iniziano ad essere prodotte. Per fortuna che negli ultimi anni l'autocontrollo è aumentato, e questa volta mi sono guardata dal farle scendere!
Quanti pianti quel caldo pomeriggio di Luglio. Mia madre in macchina che mi urlava "Il prossimo anno non ti ci porto se devi stare così male!", e io che piangevo sotto gli occhiali da sole. Sono bastati una chiamata e qualche messaggio per farmi stare meglio. Vorrei potesse essere ancora così, e invece mi ritrovo ad ascoltare una canzone di Tiziano Ferro che, a distanza di quattro anni, continua a farmi piangere.


Ho scritto tanto fino ad ora ma non è di questo che volevo discutere. Il punto è che, nonostante tutta la malinconia, la nostalgia, nonostante tutto il dolore per la lontananza e il tempo che ci separa, nonostante un rapporto che s'è incrinato ma a causa di questi ostacoli che sembrano insormontabili, non posso fare a meno di guardare indietro e di SORRiDERE. Ogni volta che il suo ricordo mi torna alla mente, io sono felice perchè quei momenti passati insieme non sono stati un sogno. Li ho vissuti per davvero. Li abbiamo vissuti per davvero, e ringrazio ogni giorno Dio per questo perché ho potuto godere di una felicità intensa, anche se breve.
La domanda è: perché, se si sta tanto male per un passato che non può più tornare, si è felici ugualmente?
Dicono che si deve essere contenti per il semplice fatto che una determinata cosa è accaduta. Io sono d'accordo con coloro che hanno affermato questa convinzione, sebbene non vi sia alcun senso logico che tristezza e felicità vadano in giro mano nella mano. Se si è tristi, non si può essere felici e viceversa! E allora perchè l'essere umano è capace di una tale abilità? Perchè - intendiamoci - questa è una vera e propria magia!
Non me lo so spiegare, però è così e basta. Sicuramente qualche grande filosofo/psicologo ha già elaborato una teoria riguardo a questa particolare percezione della psiche umana, ma a me rimane incomprensibile e 'gleichzeitig' affascinante. Mi rende felice, e questo mi basta.

mercoledì 5 ottobre 2011

Effetti da Erasmus.

Il tempo vola e non te ne accorgi neanche. All'università ti si presente l'occasione di una vita: l'ERASMUS. La sola idea di poter vivere un'esperienza che potrebbe arricchire il tuo bagaglio culturale, che potrebbe risultarti utile nel così tanto agognato "mondo del lavoro", che non dimenticherai mai nella tua vita, ti rende nei primi giorni dopo la consegna della tua iscrizione il più eccitato essere vivente del Pianeta.
La sensazione che segue invece è tutt'altro che piacevole. L'ansia ti pervade. Ti pervade non soltanto nel periodo in cui dovresti leggere sulla pagina web la pubblicazione del bando per la partecipazione, periodo che viene sempre posticipato giusto per veder aumentare la sofferenza di noi poveri studenti sognatori e speranzosi.
Finalmente leggi il tuo nome nella lista, e l'Università che per mesi sarà la tua nuova realtà. Tuttavia, l'euforia di questo avvenimento tanto aspettato si dilegua in un batter di ciglia, per lasciare spazio allo stress della compilazione del learning agreement, fatta praticamente alla cieca visto che i corsi non sono mai gli stessi anno dopo anno - né in Italia, né all'estero. Lo stress di cercare continuamente il coordinatore del tuo Erasmus che è costantemente non rintracciabile, solo per fare una semplice firma. Lo stress si accentua ancora di più qualora l'università ospitante pone dei limiti di tempo entro in cui sbrigare tutte le questioni burocratiche, questi ovviamente durante la fatidica e omicida sessione estiva, correndo il rischio di non passare un esame a causa delle ore perse in fila alle Poste Italiane - che non funzionano mai quando servono.
Una volta inviati i documenti, trovato un alloggio per quei 5 mesi che passerai all'estero, tu studente universitario prossimo Erasmus ti senti molto più leggero. Dopodiché i casi sono due: o l'euforia ti assale e non vedi l'ora di partire e andartene via da un'Italia che va a rotoli o da una situazione che ha rovinato per sempre il legame con una realtà che è stata tua per 14 lunghi anni; oppure, nuovamente vieni assalito dall'ansia.
Io rientravo nel secondo caso. Ansia perché avrei lasciato a casa la mia famiglia, le mie amiche, il mio ragazzo. Ansia perchè non si può sapere in anticipo come andranno le cose, se rimarranno identiche a come le hai lasciate o se cambieranno totalmente. Ansia perchè sarei dovuta partire da sola e sarei stata completamente da sola in una città sconosciuta e sarei entrata in contatto con persone sconosciute. Più che altro la mia era paura, paura di non sentirmi veramente a mio agio come a casa.

Il 14 settembre, quando lasciai definitivamente casa mia per Graz, ero ancora pervasa da tutti questi timori. Non sapevo che in realtà avrei impiegato soltanto pochi giorni per capire che mi sbagliavo, che le mie paure erano del tutto infondate e che non avevo nulla di cui preoccuparmi.
Non mi sarei mai immaginata che, nel giro di due settimane, mi sarei potuta sentire come a casa. Conosco persone da così poco tempo, eppure mi sembra di conoscerle da una vita. Persone meravigliose, alcune a dir poco strane e particolari, ma meravigliose. E' una sensazione stupenda quella di sentirsi a casa in terra straniera, ma lo è ancor di più perchè è una situazione che non mi è nuova. Per me è come tornare indietro nel tempo, quando ancora consideravo Gabicce la mia seconda casa, quando ancora il gruppo che si era creato era la mia seconda famiglia. Una sensazione del genere mi mancava davvero, e sono contenta di averla finalmente ritrovata. Il sol pensiero che un giorno tutto questo finirà, mi distrugge. Mi sono ripromessa di non pensarci, ma non ci riesco. E' inevitabile, io credo: quando incontri persone così, quando finalmente ti senti importante per qualcuno, quando doni un sorriso e ti viene donato da gente che conosci appena, allora sì che il pensiero di poterti separare da loro fa male. La distanza geografica che ci divide è sempre troppa. O almeno nella maggior parte dei casi.

Finora gli effetti dell'ERASMUS sono molto positivi. Cerchiamo di non pensare al futuro, vivendo giorno per giorno la nostra esperienza rendendola unica e indimenticabile.
Perché la porteremo sempre nel cuore.

domenica 3 luglio 2011

Quello che comunemente noi chiamiamo amore.

Quello che comunemente noi chiamiamo amore
forse non è altro che un paradosso, un'illusione
qualche cosa di cui tutti hanno sempre scritto
senza veramente mai sapere come fosse fatto


anche perchè guardo fuori e fuori non ce n'è
(anche perchè guardo fuori e fuori non ce n'è)
un milione di persone però lui non c'è(un milione di persone però lui non c'è)
universi separati con le cuffie nelle orecchie
persi in una collettiva solitudine

E se invece fosse il solo senso di essere qui
l'unica ragione per cui valga la pena di
fare tutto il viaggio e comprendere
quello che comunemente noi chiamiamo amore
E se fosse l'unico motivo che c'è
il significato ultimo per cui vivere
fino in fondo il viaggio e comprendere

Quello che comunemente noi chiamiamo amore
è qualche parola di una poesia o di una canzone
forse è solo un meccanismo che ci scatta dentro
solo un istinto che però chiamiamo sentimento


Come quando ti ho sentito avvicinarti a me
ed il cuore forte ha cominciato a battere
come la risata contagiosa di un bambino
come quando tutto sembra un pò più semplice

Hey, don’t care, I’ll always be with you
Don’t care, we can all see the truth
But there’s one thing I have to say
Don’t worry about yesterday
Yes, I’ll be your man
You’d better understand
And I promise that
My love you can’t forget
‘Cause, hey, this is my time
Love will never die.

E se invece fosse il solo senso di essere qui
l'unica ragione per cui valga la pena di
fare tutto il viaggio e comprendere
quello che comunemente noi chiamiamo amore
E se fosse l'unico motivo che c'è
il significato ultimo per cui vivere
fino in fondo il viaggio e comprendere
quello che comunemente noi chiamiamo amore

lunedì 13 giugno 2011

Grazie di QUORUM Italia.

Uno studente universitario impegnato 24 ore su 24 per preparare un esame. Non c'è neanche un minuto da perdere! Ogni istante può essere prezioso per imprimersi qualche concetto in più nella testa. Hai 2O anni e ti riduci a non uscire la sera, il pomeriggio, la mattina per andare a prendere il pane e il giornale.
Non hai più una vita sociale perchè tu, studente universitario, devi preparare, sostenere e superare un esame. E' il nostro dovere, giusto?

Domenica 12 giugno, ore 8:00. Si aprono le urne. Il Referendum è un diritto del cittadino, non un dovere, se vuoi votare bene, parti e vai! Non ti bocciano ad un esame se non ti presenti a votare per un sì o per un no. Puoi rimanere perfettamente a casa e continuare a studiare...studiare...studiare...

C'è una sostanziale differenza tra le due questioni, tuttavia. Se non superi quell'esame, entra in gioco il TUO futuro, perché prima o poi dovrai affrontarlo un'altra volta. Se il quorum non viene raggiunto, il Referendum è nullo, ma ne risente un PAESE INTERO. Il TUO paese.

Io mi sono recata al seggio per votare, anche se in realtà sarei dovuta rimanere a casa davanti ad un plico di fogli interminabili da studiare. Ma ho pensato al mio Paese, alla mia Italia che tanto amo, a quell'Italiache spero abbia un futuro più dignitoso e migliore del presente in cui vive.
In quanto cittadina italiana, sono fiera di aver perso 15 minuti di studio per dare un contributo alla mia Nazione. Sono fiera di aver votato quattro sì per un'Italia che vorrei.

Qualunque sia lo stampo politico di cui faccio parte, alla gente non dovrebbe importare. Destra, sinistra, centro, lega. Odio la gente che giudica prima di tutto il tuo stampo politico, e poi la persona. Sono libera di pensare e di credere in ciò che più credo sia giusto.

Ieri ho ritenuto giusto essere prima di tutto cittadina italiana, e contribuire al raggiungimento di uno scopo comune.

Io amo la mia Italia.

giovedì 12 maggio 2011

Das Fräulein stand am Meer...

Das Fräulein stand am Meer
und seufzte lang und bang
Es rührte sie so sehre
die Sonnenuntergang.
‎"Mein Fräulein, sein Sie munter, das ist ein alte Stück:
Hier vorne geht sie unter
Und kehrt von Hinten zurück"

Heinrich Heine

domenica 24 aprile 2011

Ludwig Van Beethoven

guten Morgen am 7ten Juli -
schon im Bette drängen sich die Ideen zu dir meine Unsterbliche Geliebte, hier und da freudig, dann wieder traurig. Vom Schicksaale abwartend, ob es unß erhört - leben kann ich entweder nur gantz mit dir oder gar nicht, ja ich habe beschlossen in der Ferne so lange herum zu irren, bis ich in deine Arme fliegen kann, und mich ganz heimathlich bei dir nennen kann, meine Seele von dir umgeben ins Reich der Geister schicken kann - ja leider muß es sejn - du wirst dich fassen um so mehr, da du meine Treue gegen dich kennst, nie eine andre kann mein Herz besizen, nie - nie -
O GOTT warum sich entfernen müßen, was man so liebt und doch ist mein Leben in V. so wie jezt ein kümerliches Leben -
Deine Liebe macht mich zum glücklichsten und zum unglücklichsten zugleich in meinen Jahren jezt bedürfte ich einiger Einförmigkeit Gleichheit des Lebens - kann diese bej unserm Verhältniße bestehen? -
Engel, eben erfahre ich, daß die Post alle Tage abgeht - und ich muß daher schließen, damit du den B. gleich erhälst - sej ruhig, nur durch Ruhiges beschauen unsres Dasejns können wir unsern Zweck zusamen zu leben erreichen -
sej ruhig - liebe mich - heute - gestern - Welche Sehnsucht mit Thränen nach dir - dir - dir - mein Leben mein alles - leb wohl - o liebe mich fort - verken nie das treuste Herz
deines Geliebten
L.

ewig dein
ewig mein
ewig unß