Sono trascorsi tanti anni dall'ultima volta che l'ho visto.
Tanti: mica vero! Contandoli sono effettivamente quattro e mezzo, e di sicuro alla conta dovrò aggiungerne un altro presto. Forse anche due.
Più si cerca di convivere con la consapevolezza che la probabilità di vederlo ancora sono pari allo 0,01%, e di conseguenza tenti anche di nascondere il fatto che ti manca parlare con lui, ti manca il suo abbraccio, il suo modo di essere amico e di essere sempre e comunque al tuo fianco - e vi assicuro che in questo è il migliore - più il mondo è meschino, stronzo e sempre pronto a ricordartelo.
Qualsiasi cosa faccia, ovunque io vada, qualsiasi persona io conosca, me lo ricorda. Non è bastato oltrepassare il confine italiano, interagire con soggetti di culture e caratteri diversi. Non è bastato provare affetto profondo verso altre persone doppiamente più meravigliose, di quelle persone che, sì, di loro veramente si può dire che sono Amici e con la 'a' maiuscola. Non è bastato niente di tutto ciò, perchè l'atmosfera che si respira nell'aria da quattro mesi a questa parte è esattamente identica. Ci sono momenti in cui al passato non ci si pensa, le gioie o le preoccupazioni del tempo presente rendono la mente umana fin troppo occupata.
Il fatto più sconcertante, e che ancora mi lascia pensierosa e curiosa al tempo stesso, è come sia possibile incontrare un altro personaggio identico in tutto e per tutto al soggetto qui sopra 'nominato'. Stessi modi di fare. Stessi occhi. Stesso approccio con la sottoscritta. Vi è questa possibilità nel mondo? Possono due persone crearti lo stesso effetto, pur essendo siddette persone completamente estranee tra loro e completamente diverse sebbene uguali? I casi sono due: o io sono la persona più sfortunata del mondo, il quale puntualmente mi vuole ricordare che non potrò mai averlo al mio fianco - nel mero senso del concetto d'amicizia; oppure il problema sono io, autolesionista e masochista, che VUOLE ricordare. Se l'opzione risulta essere la seconda - manteniamo una frase ipotetica al momento - potrebbe essere che il mio cervello voglia lanciarmi un messaggio del tipo "Non è stato un sogno, lui esiste davvero", per cui mi viene proiettata la sua immagine in qualsiasi creatura o oggetto vivente che mi si presenta davanti agli occhi.
Altro fatto alquanto curioso, e come possa accadere che, conoscendo una persona, ci si possa sentire a proprio agio e ci si possa affezionare in soli due giorni. Sono un caso patologico e senza speranza io, forse? E puntualmente i saluti sono sempre dolorosi. Senza neanche accorgertene, sale il magone e le lacrime iniziano ad essere prodotte. Per fortuna che negli ultimi anni l'autocontrollo è aumentato, e questa volta mi sono guardata dal farle scendere!
Quanti pianti quel caldo pomeriggio di Luglio. Mia madre in macchina che mi urlava "Il prossimo anno non ti ci porto se devi stare così male!", e io che piangevo sotto gli occhiali da sole. Sono bastati una chiamata e qualche messaggio per farmi stare meglio. Vorrei potesse essere ancora così, e invece mi ritrovo ad ascoltare una canzone di Tiziano Ferro che, a distanza di quattro anni, continua a farmi piangere.
Ho scritto tanto fino ad ora ma non è di questo che volevo discutere. Il punto è che, nonostante tutta la malinconia, la nostalgia, nonostante tutto il dolore per la lontananza e il tempo che ci separa, nonostante un rapporto che s'è incrinato ma a causa di questi ostacoli che sembrano insormontabili, non posso fare a meno di guardare indietro e di SORRiDERE. Ogni volta che il suo ricordo mi torna alla mente, io sono felice perchè quei momenti passati insieme non sono stati un sogno. Li ho vissuti per davvero. Li abbiamo vissuti per davvero, e ringrazio ogni giorno Dio per questo perché ho potuto godere di una felicità intensa, anche se breve.
La domanda è: perché, se si sta tanto male per un passato che non può più tornare, si è felici ugualmente?
Dicono che si deve essere contenti per il semplice fatto che una determinata cosa è accaduta. Io sono d'accordo con coloro che hanno affermato questa convinzione, sebbene non vi sia alcun senso logico che tristezza e felicità vadano in giro mano nella mano. Se si è tristi, non si può essere felici e viceversa! E allora perchè l'essere umano è capace di una tale abilità? Perchè - intendiamoci - questa è una vera e propria magia!
Non me lo so spiegare, però è così e basta. Sicuramente qualche grande filosofo/psicologo ha già elaborato una teoria riguardo a questa particolare percezione della psiche umana, ma a me rimane incomprensibile e 'gleichzeitig' affascinante. Mi rende felice, e questo mi basta.
Tanti: mica vero! Contandoli sono effettivamente quattro e mezzo, e di sicuro alla conta dovrò aggiungerne un altro presto. Forse anche due.
Più si cerca di convivere con la consapevolezza che la probabilità di vederlo ancora sono pari allo 0,01%, e di conseguenza tenti anche di nascondere il fatto che ti manca parlare con lui, ti manca il suo abbraccio, il suo modo di essere amico e di essere sempre e comunque al tuo fianco - e vi assicuro che in questo è il migliore - più il mondo è meschino, stronzo e sempre pronto a ricordartelo.
Qualsiasi cosa faccia, ovunque io vada, qualsiasi persona io conosca, me lo ricorda. Non è bastato oltrepassare il confine italiano, interagire con soggetti di culture e caratteri diversi. Non è bastato provare affetto profondo verso altre persone doppiamente più meravigliose, di quelle persone che, sì, di loro veramente si può dire che sono Amici e con la 'a' maiuscola. Non è bastato niente di tutto ciò, perchè l'atmosfera che si respira nell'aria da quattro mesi a questa parte è esattamente identica. Ci sono momenti in cui al passato non ci si pensa, le gioie o le preoccupazioni del tempo presente rendono la mente umana fin troppo occupata.
Il fatto più sconcertante, e che ancora mi lascia pensierosa e curiosa al tempo stesso, è come sia possibile incontrare un altro personaggio identico in tutto e per tutto al soggetto qui sopra 'nominato'. Stessi modi di fare. Stessi occhi. Stesso approccio con la sottoscritta. Vi è questa possibilità nel mondo? Possono due persone crearti lo stesso effetto, pur essendo siddette persone completamente estranee tra loro e completamente diverse sebbene uguali? I casi sono due: o io sono la persona più sfortunata del mondo, il quale puntualmente mi vuole ricordare che non potrò mai averlo al mio fianco - nel mero senso del concetto d'amicizia; oppure il problema sono io, autolesionista e masochista, che VUOLE ricordare. Se l'opzione risulta essere la seconda - manteniamo una frase ipotetica al momento - potrebbe essere che il mio cervello voglia lanciarmi un messaggio del tipo "Non è stato un sogno, lui esiste davvero", per cui mi viene proiettata la sua immagine in qualsiasi creatura o oggetto vivente che mi si presenta davanti agli occhi.
Altro fatto alquanto curioso, e come possa accadere che, conoscendo una persona, ci si possa sentire a proprio agio e ci si possa affezionare in soli due giorni. Sono un caso patologico e senza speranza io, forse? E puntualmente i saluti sono sempre dolorosi. Senza neanche accorgertene, sale il magone e le lacrime iniziano ad essere prodotte. Per fortuna che negli ultimi anni l'autocontrollo è aumentato, e questa volta mi sono guardata dal farle scendere!
Quanti pianti quel caldo pomeriggio di Luglio. Mia madre in macchina che mi urlava "Il prossimo anno non ti ci porto se devi stare così male!", e io che piangevo sotto gli occhiali da sole. Sono bastati una chiamata e qualche messaggio per farmi stare meglio. Vorrei potesse essere ancora così, e invece mi ritrovo ad ascoltare una canzone di Tiziano Ferro che, a distanza di quattro anni, continua a farmi piangere.
Ho scritto tanto fino ad ora ma non è di questo che volevo discutere. Il punto è che, nonostante tutta la malinconia, la nostalgia, nonostante tutto il dolore per la lontananza e il tempo che ci separa, nonostante un rapporto che s'è incrinato ma a causa di questi ostacoli che sembrano insormontabili, non posso fare a meno di guardare indietro e di SORRiDERE. Ogni volta che il suo ricordo mi torna alla mente, io sono felice perchè quei momenti passati insieme non sono stati un sogno. Li ho vissuti per davvero. Li abbiamo vissuti per davvero, e ringrazio ogni giorno Dio per questo perché ho potuto godere di una felicità intensa, anche se breve.
La domanda è: perché, se si sta tanto male per un passato che non può più tornare, si è felici ugualmente?
Dicono che si deve essere contenti per il semplice fatto che una determinata cosa è accaduta. Io sono d'accordo con coloro che hanno affermato questa convinzione, sebbene non vi sia alcun senso logico che tristezza e felicità vadano in giro mano nella mano. Se si è tristi, non si può essere felici e viceversa! E allora perchè l'essere umano è capace di una tale abilità? Perchè - intendiamoci - questa è una vera e propria magia!

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